L’economia e il paesaggio agrario

Ultima modifica 13 maggio 2020

Testo di Sergio Natale Maglio - © Tutti i diritti riservati

I boschi ricoprono il territorio settentrionale della città di Mottola quasi senza soluzione di continuità, mostrando gli aspetti vegetazionali e paesaggistici più suggestivi ed interessanti nelle aree di San Basilio (a Nord Ovest) e di Sant'Antuono (a Nord Est).
I querceti - in gran parte misti, con grande prevalenza del fragno e del leccio - costituiscono importanti polmoni di verde, ma anche veri e propri monumenti ecologici che testimoniano il primitivo manto naturale della  Puglia. Questa parte della Murgia è stata definita la "Svizzera pugliese" sia per i suoi aspetti paesaggistici, quasi montani, che per la presenza di una importante produzione zootecnica, notevolissima per quantità e qualità, soprattutto di bovini delle razze Bruna Alpina, Frisona e Podolica pugliese, ma anche di cavalli della locale razza Murgese, asini di Martina Franca, muli, pecore, capre e maiali.  A Mottola si contano più di duecento aziende di allevamento bovino, con una dotazione di quasi diciassettemila capi, oltre a circa cinquemila ovi-caprini e mille suini.
La trasformazione del bosco originario si deve alla formazione,  tra il ‘700 e il ‘900, di grandi aziende rurali, le masserie, per iniziativa di aristocratici, ecclesiastici, galantuomini e massari. Importanti furono anche le quotizzazioni delle terre già feudali e demaniali, che vennero distribuite a contadini e piccoli proprietari tra il 1822 ed i primi decenni del '900.
La caratteristica presenza dei muretti a secco o parieti per delimitare gli appezzamenti, testimonia la costante bonifica  da parte dei contadini della murgia aspra e rocciosa. Tra i boschi si aprono i coltivi della scarsa ma fertile terra rossa o bolo, ricca di ferro, con i mandorleti, gli appezzamenti destinati al pascolo, i frutteti e i vigneti, dei quali solo pochi conservano oramai i tradizionali ceppi ad alberello basso, a potatura corta e senza sostegno, dai quali si produceva un vino Primitivo di Gioia del Colle, particolarmente corposo e ricco di tannino.
Nelle zone boscate e collinari si registra la presenza di importanti testimonianze della architettura spontanea contadina nelle caratteristiche masserie e negli jazzi (ovili), che rappresentano ulteriori elementi di grande rilevanza paesaggistica e culturale. Molto pronunciata è anche la presenza di trulli, grazie alla vicinanza alla Valle d’Itria del territorio nord-est di Mottola, che confina con i comuni di Martina Franca, Alberobello e Noci.