San Basilio nell'apprezzo del 1626

Ultima modifica 6 maggio 2020

Testo di Sergio Natale Maglio - © Tutti i diritti riservati

Nel 1626, un anno prima che morisse, il marchese di Mottola Marcantonio Caracciolo fu portato in giudizio nel Sacro Consiglio Regio dagli innumerevoli creditori. In quella circostanza il feudo fu apprezziato, con una valutazione complessiva di 97.609 ducati.
In questo apprezzo troviamo la prima descrizione dell’attuale “Casino del Duca”, la cui caratteristica sagoma, lungo la SS 100 Taranto-Bari, è parte integrante dello skyline della borgata di San Basilio. Il complesso rurale è oggi sul punto di crollare, ma ha costituito il baricentro della florida azienda ducale di San Basilio dei Caracciolo di Martina che si andò a sviluppare nei secoli successivi . Essi arrivarono a detenere oltre ottomila ettari di terreni del territorio mottolese, dei quali circa 5.440 a titolo feudale e 2.700 come patrimonio burgensatico, di proprietà privata del feudatario.  Questa residenza ducale venne ricordata e magnificata nel Grand Tour del 1789 dell’illustre viaggiatore svizzero Carlo Ulisse de Salis Marschlins (1762-1818), il quale visitò e descrisse la azienda ducale di San Basilio in un’opera molto famosa nel Settecento, Reisen in verschiedene Provinzen des Königreichs Neapel.
Questa è la descrizione del nucleo originario della “masseria di cereali” del Casino del Duca, che comprendeva cortili, abitazioni, stalle, depositi, granai, la cucina, il forno,  la panetteria, la chiesa rupestre di san Basilio, la torre colombaia, così come viene riportata nell’apprezzo del 1626 :
…E a vista della città pred[ett]a a la dist[anz]a di miglia cinque inc[irc]a è l’abitazione d[ett]a di S[an] Basile posto dentro lo territorio chiamato il Burg[ensatic]o, e quella consiste …grande, con cortile murato con …, e nel suo piano a destra è la stalla a camera con un forno vecchio , e a sinistra sono due stanze piccole, e una bislunga grande, dove sono due pentimoli a serv[izi]o della Panetteria con furno capace di tumola sei, e altri stigli necessarij al panicare, e da q[uest]o piano si esce in un luogo, murato di fabrica, qual’era un tempo giardino, con filieri di fabbrica attorno, e al presente si semina di biade, e dallo stesso luogo si esce in una vigna cinta di murgine, qual è di capacità di t[omol]o 3 inc[irc]a, uno, e l’altro luogo unito con l’affitto delli pentimoli e panetteria.
E dal med[esi]mo cortile si scende in un luogo sotterraneo, dove è l’altare con la Madre di Dio, S[an] Basile, e S[an] Fran[ces]co, dove si suole celebrare , e dall’altra parte di scende alla cantina.
E uscendo nel cortile si entra nel portone grande, con supportico coverto a lamia, con due stanze a …, in una di esse vi è la cucina con tutti i luoghi necessarij a essa, ove è similm[ent]e un fundaco grande per conservar grani, e salendo per una grada di fabrica si trova una sala con due camere pittate, e coverte di laudeo lavorate, e sopra di esse a tetti, dove sono reposti, e altre commodità, e q[ues]ta abitazione stà a serv[izi]o del Sig[nor] Marchese, dove anche è una torre tonda dimandata la Torre di S[an] Basile, qual’era palombera.
Nell’istesso luogo, e proprio dentro il territorio del Burg[ensatic]o il Sig[nor]  Marchese fa la sua mass[eri]a di semina di grani, e orzi, dove ne può occupare in essa di territorio fra l’uno e l’altro da carra 5 inc[irc]a…
” (Archivio Caracciolo De Sangro, Inventario notarile, B.S. 6/6, Notizie cronologiche di Mottola, Quinterno Secondo).